francesco gabbani tour 1
Dopo mesi di attese e sospiri (i miei rivolti verso la TV) è arrivato il momento del tanto agognato rendez-vous. Beh non eravamo soli, ma per me e per i miei occhi, in più di 90 minuti di spettacolo, ha contato solo una persona: il Gabba.

Francesco Gabbani Tour si ferma a Roma e io, grazie alla pazienza e al supporto di altre due yellow girls, Camilla e Beatrice, mi trovo finalmente a pochi metri di distanza da uno dei miei miti moderni, che a breve credo deciderà di far partire un ordine restrittivo nei mie confronti. Nel caso, invece, che questo articolo riesca ad arrivare ai suoi occhi, Gabba concedimi almeno un’intervista, possiamo anche saltare la cena!

Care yellow girls, per chi non ricordasse la mia pazza dichiarazione d’amore l’indomani dalla sua vittoria al Festival di Sanremo, vi rinfresco la memoria. Da che lo prendevo in giro per quel suo bizzarro maglione arancione, nel giro di due secondi, il tempo di sorridere alla telecamera, me sono innamorata follemente. Eh sì, perché non credo esista un altro aggettivo che possa rendere l’idea se non folle.

–> Folle[fòl-le] agg., s.

  • Totalmente incapace di intendere e di volere SIN pazzo, matto; che agisce in modo temerario: sei stato f. a volerlo sfidare; sconsiderato: una f. impresa || essere f. di qlcu., esserne molto innamorato.
  • avv. follemente, enormemente, moltissimo: essere follemente innamorato. (Grazie Corriere della Sera)

Gabbani Tour: eternamente ora

Bene, dopo aver perso (forse) ogni traccia di credibilità, voglio raccontarvi, sinceramente, il concerto del Gabba. Ve ne voglio parlare con il massimo della razionalità… sono poco credibile lo so. Quindi lascio la cronaca più seria a Camilla e Beatrice, e io scrivo un pezzo che più emotivo (e spero simpatico) non c’è. Non sono una critica musicale, per una sera sono una groupie-to-be, o quanto più vicino ad una fan dall’ormone in corsa. Poi io sono la tipica ragazza in giallo che si emoziona anche per le belle pubblicità, figuriamoci un live!

Dopo aver ballare e cantato sulle note del meraviglioso Hugolini, che vi consiglio di iniziare a seguire, è arrivato lui, Francesco Gabbani. Il look? Giacca bluette, t-shirt aderente quanto basta bianca e jeans scuro, in poche parole: completamente a suo agio e figo q.b. Inizia sulle note di Magellano, brano del nuovo album omonimo, e si balla. Non importa se eravamo in piccionaia, dopo una veloce fase statica (per non dar fastidio agli altri), abbiamo mandato al diavolo le inibizioni e ci siamo scatenate.

Vi dico solo una cosa, stavamo in alto, molto in alto, ma le nostre tre ugole d’oro si sono fatte riconoscere tra tutta la platea, ed eravamo tantissimi. Non vi dico il panico vero quando ha cantato Occidentali’s Karma, d’altronde come fermare il corpo che vuole muoversi da solo? Come dicevano i Pooh “Chi fermerà la musica?”, di certo non noi, soprattutto durante un live del Gabbani Tour!

Ad un certo punto, l’atmosfera si fa più intima e romantica, Francesco rimane solo sul palco e inizia a suonare il piano. È un momento davvero emozionante, e lo dico con grande lucidità. Inizia Immenso, una canzone che riesce a sciogliere anche i cuori più solitari.

Solo quando ci sei tu tutto resta ancora, quello che vorrei di più, me ne accorgo ora, lo cercavo intorno ma era acceso e denso nei tuoi occhi che non sai, son per me l’immenso… son per me l’immenso…

In questo momento lo vedevi negli occhi di tutti, l’immenso. L’istante in cui hai tutto il pubblico ai tuoi piedi. Immenso, come anche Eternamente ora o Foglie al gelo, sono pezzi che toccano la parte più intima di noi, che parlano del sentimento che ci rende umani, che ci fa sentire vivi, il sentimento che muove mari e monti, poeti e cantanti: l’amore.

La mia versione dei ricordi

Ecco, ora lo dico espressamente per chi lo considera un cantante fumettista, per chi si ferma all’esibizione con la scimmia sul palco dell’Ariston. Francesco Gabbani è un artista completo, di quelli con la A maiuscola. Un musicista, cantautore, dalla voce pulita che sa tenere un live senza il minimo accenno di tentennamento, che sa scrivere testi dal significato profondo e che riesce a mettere insieme famiglie, single incalliti e persino rocker dall’animo graffiato.

La musica non va mai data per scontata, non fermatevi mai su cliché e luoghi comuni, non dite mai, sperimentate, conoscete, studiate e andate ai live quando potete. C’è una grande differenza tra chi sa vendere dischi e chi sa intrattenere migliaia di persone, e quella differenza è tutta racchiusa in una parola: artista.

Voglio terminare questo mio resoconto con una frase che spero diventi un vero inno in giallo: #GabbaTeSeAma! 

Ah perché non ve l’ho ancora raccontato. C’è stato un momento, tra il finire di un brano e l’inizio di un altro in cui ho fatto il primo passo per farmi notare da quel gran pezzo del Gabbani. Avevo la mia occasione e nel breve istante di silenzio tra platea e band, ho urlato con tutta la voce: “Gabba te se ama”.  Beh ragazze, piccionaia o no, lui si è girato dalla nostra parte.

Next stop: Intervista in giallo! Mi aiutate? Facciamo girare questo articolo e… “Comunque vada panta rei and singing in the rain”.