Ciao Yellow Girls, un paio di giorni fa ho visto la mostra di Artemisia Gentileschi a Roma a Palazzo Braschi e ne sono rimasta colpita tanto da volervene parlare. La mia intenzione non è quella di scrivere un articolo storico/artistico, piuttosto voglio raccontarvi quello che con forza mi ha trasmesso questa grande pittrice.
Artemisia Gentileschi: l’unica donna tra i Caravaggeschi Italiani
Con grande imbarazzo vi confesso che non conoscevo Artemisia Gentileschi o meglio, conoscevo i suoi quadri ma li ho sempre attribuiti a tutt’altro artista! La visita è durata circa due ore ed è stata bellissima perchè è costruita in ordine cronologico e ti permette di percorrere tutti i passi di Artemisia senza far confusione.
Una donna moderna nata alla fine del Cinquecento.
Un aspetto particolare, e se vogliamo divertente, è che tende a rappresentarsi nei dipinti o in modo palese, un esempio è Autoritratto come suonatrice di liuto ( qui a destra), oppure in maniera meno evidente, costringendo lo spettatore (in questo caso me) nel gioco della ricerca dei particolari per poterla riconoscere.
Per capire i quadri di un artista bisogna conoscere la sua storia, per poter comprendere tutto ciò che si nasconde dietro le “pennellate”.
Gran parte delle opere di Artemisia parlano di lei e da ogni angolo della tela, anche il più buio, trasudano tutte le emozioni e tutti i tormenti subiti dall’artista. Un evento fondamentale segnò i suoi quadri: Artemisia Gentileschi subì una violenza da parte del pittore Tassi, da cui lei era a bottega per imparare le arti della prospettiva. Tassi le promise che per riparare al torto subito l’avrebbe sposata ma questo non avvenne e la Gentileschi denunciò l’accaduto, dando inizio ad un lungo periodo di processi e torture da cui ne uscì vittoriosa.
Da questo momento in poi in ogni quadro traspare tutta la sua sofferenza e tutta la sua battaglia. Un esempio lampante è Giuditta decapita Oloferne (qui a sinistra), che viene riprodotto più e più volte proprio a voler sottolineare che lei ce l’ha fatta ed ha sconfitto il suo carnefice. Un particolare niente male, riprendendo il discorso dei suoi autoritratti, è che in una versione del quadro sono riportati gli esatti personaggi dei fatti: Giuditta è Artemisia e Oloferne è Tassi!
Volete sapere qual è il quadro? Esattamente quello in cui Giuditta/Artemisia è vestita di azzurro!
Artemisia Gentileschi è una donna che ha saputo trasformarsi e che ha avuto la forza di reagire in un’epoca in cui alle donne non era permesso, vincendo la sua battaglia e continuando a sostenerla attraverso i suoi quadri.