gabbani tour
Cosa succede quando 3 yellow girls si ritrovano insieme per una serata ad alto tasso musicale? Preparatevi al Gabba Tour in giallo!

Gabbani tour: il mio reportage in giallo

Sabato sera. Io, Mara e Beatrice finalmente arriviamo – dopo circa mezz’ora di fila per entrare e litigate annesse con signorotte di una certa età che si infilavano ovunque pur di entrare prima e saltare la coda – al controllo biglietti. Lo passiamo (!!!) e iniziamo ad incamminarci alla volta dei posti comprati in Tribunetta laterale (unici rimasti).

Mentre circumnavighiamo l’Auditorium, c’è Hugolini che ci intrattiene con le canzoni del suo primo lavoro omonimo. Se Francesco Gabbani gli fa aprire i suoi concerti vuol dire che questo Lorenzo ha tanto da dire… e io lo aspetto presto a Radio Godot (Se mi stai leggendo: capito?!). Sul finire ci intrattiene con Semaforo. La conoscete? Beh, andate immediatamente a sentirla e sicuro non potrete che inserirla nella vostra playlist estiva! Divertente, frizzante, contagiosa, melodia brasiliana fino al midollo, così ritmata che ti resta in testa e la continui a canticchiare anche una volta finita. E finita sul serio, Hugolini ringrazia, si prende applausoni dal pubblico, belle strillacchiate da noi (sì, eravamo noi in alto a strillare!) e scende dal palco.

A questo punto la situazione in Auditorium si scalda. E non poco.

H.21:20 circa. Finalmente le luci si abbassano, parte la batteria, le fa seguito una chitarra e poi il basso e poi il synth…e poi esce lui: Francesco Gabbani! Giacchetta leggera blu elettrico, maglietta gialla, jeans… le scarpe non sono riuscita a vederle del tutto. Eh beh ragazzi miei, ero in piccionaia per di più ho dovuto mettere anche gli occhiali da vista, l’età, bisogna proprio dire così! L’età…che amarena.

Come avrete capito, il concerto del Gabbani Tour si sta svolgendo all’Auditorium Parco della Musica, Villaggio Olimpico, Roma. In Cavea si sta obbligatoriamente tutti seduti, specie in “piccionaia” dove siamo finite io, Mara e Beatrice. Ma questo non preclude lo strillare e l’agitare di mani che continuiamo a vedere intorno a noi.

Ci hanno spianato la strada: da lì dove ci troviamo anche noi, è un concerto di ugole che strillano ogni tre per due per far sentire la propria presenza al Gabba. Che, nel frattempo, dopo aver iniziato il concerto con Magellano (canzone omonima al nome del nuovo album), dopo aver cantato anche Software, si inizia a vedere movimento in platea perché inizia Tra le granite e le granate!

Scoppia il panico numero uno. Tutti in piedi sotto palco, i bambini sui colli dei papà che saltano, la gente che tende la mano verso Gabba per farsi dare il cinque o semplicemente toccargli la sua di mano… insomma: il delirio! E certo. Ma Gabbani non è da Auditorium. Essù! Anche in piccionaia tutti in piedi! Tutti alla balaustra a fare video e cantare a scuarciagola!

Non vi dico cos’è successo poi quando ha introdotto Occidentali’s Karma, barando. Si perché Gabba ha iniziato tutto un discorso per cercare di portare tutti “fuori strada” e quindi: canzone nuova, mai cantata davanti ad un pubblico, cercava consensi e quindi la voleva far sentire a noi e bla bla bla…

Quando poi parte l’intro della canzone vincitrice di Sanremo 2017 scoppia il panico numero due! In quei quattro minuti penso di aver visto più bambini con la maglietta della “scimmia” che mamme e papà praticamente, più  bambini in Auditorium che dentro una scuola! Pensate, un ragazzo che smuove pubblico dai 2 anni circa agli 80! E l’ho visti i nonni al concerto eh?!

Ma ci sta. Gabbani è travolgente. È capace di coinvolgerti anche senza la tua volontà. E chi non lo capisce lo fa apposta perché soffre di un sentimento chiamato invidia, che purtroppo non passa mai di moda. Continuano i minuti, continuano ad alternarsi canzoni di Francesco Gabbani. Con la band, al piano da solo, di nuovo con i suoi compagni di viaggio. Finché non salutano tutti. E si allontanano dal palco.

Panico. E ora? È davvero tutto finito? Ma certo che no! Riescono e concedono un ricco bis di tre pezzi. E indovinate l’ultimo qual è stato? E bravi! Occidentali’s Karma! E la folla balla, balla tanto! Canta, canta con lui! Che carica ragazzi! Che energia! Che voglia di dare a noi pubblico! Che voglia di dire anche!

Quel che resta (in me) del Gabbani Tour

Bel concerto, davvero. L’unico appunto è sul dopo. Siamo andate dietro, all’uscita degli artisti, per vedere se riuscivamo ad intravederlo un minimo da più vicino (vi ricordo dove eravamo o vi ricordate da soli?!). Ecco. Saremo state lì, insieme a circa un’altra quarantina di persone, per circa un’oretta e non si è visto nessuno. Francesco e la sua band sono usciti dall’altro ingresso dell’Auditorium per saltare la folla e non doversi fermare.

Ma, come dice Mara, siamo sicure di una cosa: lui non l’avrebbe mai fatta una cosa del genere. Dietro c’è sicuramente l’imposizione di altri poteri, diciamo così. E questa cosa non ci è piaciuta. A nessuno dei presenti. Tanto meno ai bimbi con cd e pennarello alla mano che aspettavano il loro idolo.

Gabba sei in credito con i tuoi fan romani. Sappilo. E vedi di mantenere i tuoi ‘doveri di Vip’ e fare autografi e foto con i tuoi fans appena possibile!

Per il resto non posso che sottolineare quello che viene ripetuto da parecchio qui su Yellow Girls e che dovresti aver sentito dal palco a circa metà concerto: GABBA TE SE AMA!

Namasté! Alé!