Oggi avremo modo di ammirare le stupende creazioni di veri e propri artisti come Elie Saab (io lo amo follemente, per cui sono di parte), l’estroso Jean Paul Gaultier, Zuhair Murad, e il maestro della raffinatezza italiana, Valentino.
Paris Haute Couture: quarta giornata
L’ultima giornata vede calcare la prima passerella dalle modelle della Maison Margiela, dove possiamo ammirare rivisitazioni del classico impermeabile, che solo una mente geniale come quella del designer John Galliano poteva elaborare. Una sfilata forte, non adatta a tutti i gusti (sinceramente non sono una loro fan), ma che comunque dimostra quanto la moda possa liberare la creatività di una persona. Fuori dagli schemi.
Si passa poi alla passerella di Franck Sorbier. Questa non è una sfilata come noi tutte conosciamo, è uno show, una passerella a passo di danza, in cui a farla da padrone sono stati abiti con corpetti multicolor, gonne ampie. Uno spettacolo in tutti i sensi. Innovativo.
E finalmente è il suo momento. Lo stilista che io amo di più(sono in fissa per le sue creazioni, sogno di acquistarne una, ma ahimè credo rimarrà un sogno): Elie Saab. Sinonimo di eleganza, leggerezza, sensualità: i suoi abiti sono pura poesia. In questa collezione lo stilista libanese mette in scena abiti che ricordano quelli delle dame di corte del Medioevo, solo che arricchiti di ricami dorati, tessuti e pizzi pregiati. Che dire… una sfilata semplicemente unica. Immenso.
Tocca poi all’estro dello stilista francese Jean Paul Gaultier: un mito della moda, è noto per le sue creazioni fuori dagli schemi e a volte bizzarre, di certo non adatto a tutte. Come altri stilisti in questi giorni, anche Gaultier punta sui colori freddi: ghiaccio, ocra, viola, nero, beige. È una collezione semplice, dalle forme lineari, diversa dai soliti canoni dello stilista, in quanto priva delle tante stranezze a cui ci aveva abituato, ma che nel finale, con gli abiti da sera, sterza verso forme più particolari ed estrose. Diversa.
Il prossimo stilista è sinonimo di folle creatività: Viktor & Rolf. La casa di moda olandese ha mandato in passerella modelle con in testa delle grosse facce di pupazzo, come a farle immedesimare nel ruolo di “bambole” da sfilata. Uno show alternativo e allo stesso tempo innovativo, che solo sul finire ci svela i volti delle modelle. Non so quale fosse l’intento, ma di sicuro ha colpito gli spettatori. Per quanto riguarda gli abiti, questi sono in realtà dei piumini elaborati e lavorati con maestria, così da poter dare loro la forma che si vuole. Ingegnoso.
Altro stilista che ammiro particolarmente per l’eleganza e la bellezza delle sue creazioni è Zuhair Murad. Le sue modelle sembrano delle dee. Gli abiti sono lucenti, eleganti, ricchi di ricami. I tessuti sono talmente leggeri che sembrano fluttuare ad ogni movimento delle modelli. Un vero sogno. Amo la sua arte. Leggiadro.
Ecco un altro mostro sacro della moda italiana: Valentino. La mente creativa della maison, Pierpaolo Piccioli, propone cappotti lunghi ed ampi, sotto cui si scorgono abiti e pantaloni colorati. Sono capi austeri, essenziali, senza troppi fronzoli o decorazioni. Ovviamente non è mancato l’abito in Rosso Valentino, ormai una tradizione per la casa di moda italiana. Garanzia.
La Paris Haute Couture si conclude con la sfilata di un’altra maison italiana, famosa in tutto il mondo: Fendi, guidata dal genio di Karl Lagerfeld. Ammiriamo, in questo caso, una passerella colorata, fresca, estrosa, con abiti su cui compaiono, in più casi, fiori applicati, pizzi, trasparenze. Per i miei gusti è un po’ troppo appariscente, ma devo dire che si ha un bel effetto visivo. Multicolor.
Conclusione
Si conclude così la Paris Haute Couture autunno-inverno 2017/18. Come sempre, anche quest’anno gli stilisti hanno espresso al meglio la loro creatività ed il loro genio. Le sfilate che personalmente ho preferito sono, senza ombra di dubbio, quelle di Elie Saab e Zuhair Murad, le ho trovate a dir poco sublimi; devo ammettere che ho imparato a conoscere ed apprezzare anche altri designer, come ad esempio Guo Pei o Alexandre Vauthier.
Mie fashion Yellow girls spero che anche voi abbiate sognato almeno un po’ guardando queste creazioni. Mi raccomando non fatevi sconfortare dall’idea che probabilmente nessuno di questi capi troverà mai posto nei nostri armadi (visti i prezzi proibitivi): la moda è proprio questo, riuscire a mixare i capi in base alle nostre possibilità e al proprio gusto. Quindi, invece di cadere nello sconforto, prendere spunto da queste sfilate e date sfogo alla vostra creatività.
Per dare un’occhiate alle sfilate precedenti, ecco il nostro yellow reportage: