La musica in giallo: Cecile!
Quando una ragazza nata (nel 1994 e non aggiungo altro!) a Roma e cresciuta a Ostia scrive una canzone, che presenta in diretta televisiva ad un concorso canoro, per far capire a coloro che la ascolteranno che non si sente affatto fuori luogo perché è di colore, ma che ce la fa sentire l’italiano medio bianco e bigotto, nel ventunesimo millennio… c’è qualcosa che non va.
Fermiamoci a pensare. E non poco. Riflettiamo sul serio. Il nostro mondo è sbagliato. E ce lo sta confermando anche lei.
Sto parlando di Cecile, all’anagrafe Cecile Vanessa Ngo Noug, cantautrice, rapper, violinista, ballerina, cestista, spilungona (scusami Ceci, non potevo non scriverlo!) con un sorriso che ti incanta e una voce graffiante che ti ammalia. Un po’ Amalia: la strega che ammalia!
Il percorso canoro di Cecile inizia quando capisce che ha una voce da non sottovalutare. Oltre a studiare violino, intraprende in parallelo la strada del canto e nel 2016 si ritrova a “Sarà Sanremo” dove propone il suo brano: N.E.G.R.A.
Ok, l’avete sentito? Beh, se non l’avete ancora fatto pigiate su play e poi continuate a leggere.
Cecile è questa canzone.
È forte, è determinata, è arrogante (il giusto), è permalosetta (q.b.,) è caparbia, è disposta a lavorare tanto, tantissimo pur di raggiungere il suo obiettivo. Sta completando il suo secondo album: un lavoro ricercato, suo. Non vedo l’ora di poterlo ascoltare, sono più che sicura che darà a tutti un’altra ‘scossa’. Perché Cecile è proprio così. È un terremoto, un fulmine a ciel sereno che non ti aspetti di vedere ma, nel momento in cui succede, ti cambia inevitabilmente qualcosa: ti migliora, ti apre gli occhi, ti fa pensare. E questo, nella musica, è importante. Se non fondamentale.
E Cecile lo fa. Ti apre la mente a nuovi orizzonti di pensiero. Musicale.
E meno male che lo fa con le sue canzoni.
E menomale che le canzoni rimangono nella storia.
E nella vita di ognuno di noi.