sanremo 2018 prima serata
Iniziato ieri, martedì 6 febbraio, la 68ª edizione del Festival di Sanremo.
20 Big in gara,8 nuove proposte.

Un festival senza eliminazioni, ma con tre posizioni (paradiso-purgatorio-inferno) nelle quali convogliare a seconda del gradimento della giuria demoscopica (ovvero quella formata da un pubblico di persone che abbiano partecipato ad un concerto ed abbiano acquistato almeno due album di musica italiana nell’anno passato), della sala stampa e del pubblico da casa.

Ok, stop e convenevoli. Inizia la prima serata di Sanremo 2018!

Il primo a varcare il palco (supermoderno, blu e celeste i colori predominanti) è stato Fiorello. I primi 20 minuti del festival sono stati animati dal re delle provocazioni, ma sempre col sorriso sulle labbra. E poi quando ha cantato i migliori pezzi di Baglioni e Morandi ha dato ancora più modo di capire che uno showman come lui non esiste proprio da nessuna parte!

E, dopo aver chiamato a “rapporto” Claudio Baglioni inizia ufficialmente la serata. Sale sul palco anche Pierfrancesco Favino (con uno smoking Armani cucitogli addosso! ndyg) che esordisce con “bella frate” proprio per rimarcare il monologo appena passato di Fiorello. Scende le scale anche una raggiante Michelle Hunziker (anche lei vestita Armani ma con suo marito Trussardi in prima fila! ndyg) che comincia subito a fare la Svizzera della situazione, svela il regolamento e fa partire ufficialmente il Festival di Sanremo 2018.

Ecco gli artisti che si sono esibiti durante la prima serata di Sanremo.

ANNALISA, Il mondo prima di te.
Look aggressivo, vestito nero scollato fin sotto al seno che mette in mostra un tatuaggio, capello rosso sciolto, collier vistoso uguale al bracciale e stivaletti neri. La canzone è fresca, molto melodica, con un testo importante, orecchiabile e facile da ricordare. Armonica più del dovuto per un Festival alla ‘Claudio Baglioni’ ma meno male che è qui in gara e, se posso, meno male che è la prima. Brava Annalisa, poco emozionata (conta non esserlo, fidatevi!) grintosa e diretta. Mio Voto: 7

RON, Almeno pensami.
Look semplice per Ron, camicia bianca e giacca: lui suona la chitarra durante questa splendida ballata inedita del grande Lucio Dalla. L’arrangiamento è suo, se fosse stato quello di Dalla non sarebbe stata così la canzone, ne sono certa. Comunque una splendida melodia una splendida canzone che arriva dritta dritta al cuore. Mio Voto: 8 1/2

THE KOLORS, Frida (mai, mai, mai).
Stash canta in italiano. I The Kolors, anche se sono in tre, riempiono il palco. Una canzone diversa rispetto a quello che ci aspettavamo che ci fosse al Festival di Sanremo 2018. Rivelazione oserei dire. Dinamica, ritmata, molto incisiva, piena di passaggi musicali che “arrivano”. Anche il loro look è azzeccato, il ciuffo del cantante si riconosce prima di tutto il resto. Come al solito. Mio Voto: 7

MAX GAZZÉ, La leggenda di Cristalda e Pizzomunno.
Una giacca argentata stile Matrix, un’arpa e una leggenda. È così che mi permetto di iniziare a scrivere queste poche righe di colui che, fino ad oggi, è sempre stato considerato un poeta-cantautore. Una canzone dolce, delicata che racconta per l’appunto una leggenda che vuoi seguire e capire, più che cantare. Classica e avvincente. Mio Voto: 6 1/2

ORNELLA VANONI – BUNGARO – PACIFICO, Imparare ad amarsi.
E non potevamo non parlare di uno dei monumenti della musica italiana. Vestita di bianco con una differenza visiva tra le mani e il viso-décolleté, un po’ tirata la signora Vanoni ma sempre con una splendida voce. Bungaro alla chitarra e Pacifico al pianoforte. Canzone classica, testo decisamente classico, forse meno spettacolarizzata di come mi aspettavo. In fondo, però, è sempre Ornella Vanoni.
Mio Voto: 6+

ERMAL META E FABRIZIO MORO, Non mi avete fatto niente.
Black Men sul palco. Due grandi, una voce bianca e l’altra voce graffiante. Arrivano insieme. Una canzone con un testo importante che ti fa capire fin da subito cosa si canta e dove si vuole arrivare. Ritmata. Giusto con una frase che la farà da padrone (Il mondo si rialza col sorriso di un bambino). Accoppiata particolare ma che funziona. E non poco. Più del previsto. Staremo a vedere. Mio Voto: 8

MARIO BIONDI, Rivederti.
Anche per Biondi look total black. Prima volta sul palco dell’Ariston e un po’ si è percepito. Canzone particolare, con un soul e un ritmo blues proprio alla “Mario Biondi”. Il testo è meraviglioso. Davvero. Ma nel insieme una canzone che non può rispecchiare, almeno quest’anno, la canzone rappresentante per eccellenza dell’Italia. Grande coraggio comunque di Mario Biondi. Chapeau. Mio Voto: 6

ROBY FACCHINETTI E RICCARDO FOGLI, Il segreto del tempo.
Facchinetti osa con un collo di camicia e di giacca pieno di borchiette dorate, Fogli con il brillantinato. Diciamo che volevano che l’attenzione fosse soprattutto sul look piuttosto che sul pezzo. Brano molto simile alle classiche canzoni dei Pooh, molto malinconica e ‘spettacolare’. Non sono riusciti ad armonizzare e non sono stati nemmeno troppo intonati. Emozionati o stanchi?! Mio Voto: 5 1/2

LO STATO SOCIALE, Una vita in vacanza.
Un elenco di mestieri, una canzone non canzone, una stonatura continua di un gruppo di ragazzi che fondamentalmente non c’entrano nulla in un festival del genere, in Eurovisione ricordo. Il look divertente, tutti con il vestito e una T-shirt con delle scritte. E la spettacolarizzazione al 100% ce l’hanno avuta solo di esclusivamente con la “vecchia che balla”, quando sul palco salita davvero una signora di una certa età che ha fatto il suo show ballando e facendo prese con un ballerino. Complimenti! A lei, non a loro. Mio Voto: 4 1/2

NOEMI, Non smettere mai di cercarmi.
Chioma rossa tendente al mandarino. Total black anche per Noemi, in pantaloni. Molto elegante. La canzone ha un testo molto intenso, diretto con un richiamo ai suoi lavori passati. Purtroppo (lo so, sono puntigliosa) non è stata troppo intonata ma nel complesso è una cosa che non ha disturbato la performance. Piena di pathos. Forse troppo. Mio Voto: 6 1/2

I DECIBEL, Lettera dal duca.
Look anni ‘90 per un gruppo riunitosi in occasione del festival di Sanremo 2018. Giustamente. I Decibel si presentano con un brano dedicato al duca bianco (anche se non ho mai amato questo soprannome) David Bowie. Melodia banalotta, testo un po’ più impegnato, ma nulla che possa sconvolgere gli animi di chi ascolta. Compitino svolto, ma mi aspettavo molto molto di più. Mio Voto: 5-

ELIO E LE STORIE TESE, Arrivedorci.
Vestiti tutti da Marajah (e non avevo dubbi che si sarebbero tra-vestiti!) direi che più che al festival Elio&Co. sapevano che avrebbero cantato per una delle ultime volte davanti al popolo italiano. E quale miglior modo della grande festa che si crea a Sanremo 2018 per farlo? Ok, l’avete fatto. Per fortuna direi! Grazie ancora. ArrivedOrci! Mio Voto: 6 sulla fiducia

GIOVANNI CACCAMO, Eterno.
Non c’è due senza tre. Ma io questo tre avrei aspettato a prenderlo. Nel senso che Giovanni non era proprio ‘pronto pronto’ a varcare di nuovo il palco dell’Ariston. Look da millennials, abito blu e T-shirt bianca. Barba da hipster. Una canzone noiosa con degli acuti che ti fanno riprendere dall’appisolamento. Ma nulla di più. Ritenta, secondo me sarai più fortunato! Mio Voto: 5

RED CANZIAN, Ognuno ha il suo racconto.
Giacca “sobria” quella di Red. Giustamente sul tono del rosso. Mamma mia. Ma andiamo avanti. La canzone. Ecco, anche qui ho poco da dire. Molto anni ‘80: vi ricordate la particolarità? Quando pensavamo fosse finita… Tac!… C’era un’altra strofa! La stessa cosa fa Red. Perché?! Mio Voto: 5 1/2

LUCA BARBAROSSA, Passame er sale.
Look molto semplice per Barbarossa che azzarda sia nel cantare in dialetto romano che nel titolo della canzone proposta. Ma già dei primi accordi dalle prime parole si capisce che non sarà la classica canzoncina da stornello. Anzi. È una signora canzone, con una sua anima, un suo perché. Rimane impressa, subito. E si fa ricordare. Bravo, la migliore (azzardo a scrivere). E azzardo anche con il mio voto: 9 1/2

DIODATO E ROY PACI, Adesso.
Eleganti ed emozionati. Ma ci sta. Siamo sul palco dell’Ariston. Antonio Diodato con una giacca verde sottobosco che gli sbatte ma una volta che inizia a cantare il ritornello tirando fuori le sue meravigliose doti vocali, passa anche in 10º piano. E Roy Paci, che dire. Se non che un trombettista di tutto rispetto. Poetico. Incantevole. E lo stesso lo dico per questo pezzo. Complimenti! Mio Voto: 8

NINA ZILLI, Senza appartenere.
Look azzardato per la regina italiana del blues. Forse esagerato? Se fosse stato di un qualsiasi altro colore avrebbe dato meno nell’occhio rispetto al bianco classico da matrimonio. La sua voce inconfondibile, dà vita a qualsiasi testo anche se in questo caso ce n’è bisogno ma non al 100%. So che c’è qualcosa che non convince. Ma non so ancora dirvi cosa… Mio Voto: 6+

RENZO RUBINO, Custodire.
Vestito di jeans, camicia rossa e collane. Sarà perché passata la mezzanotte, sarà perché ancora aveva l’adrenalina a 1000 ma la prima performance di Renzo non è per niente è stata il top. Anzi. Peccato. E anche la canzone: carina, orecchiabile ma non al trasporto giusto e lui poeta come non mai, forse non azzeccato per il Festival. O sprecato ?! Mio Voto: 7-

ENZO AVITABILE E PEPPE SERVILLO, Il coraggio di ogni giorno.
Due artisti a tutto tondo che si sono proposti al festival. Ma che non sanno che la gente che lo guarda non è formata da critici musicali. Look total black per questi “mostri sacri”. La melodia di questa canzone di cattura, il testo ti fa pensare anche se non vorresti. Complimenti. Ma non so se i miei serviranno così tanto! Mio Voto: 8+

LE VIBRAZIONI, Così sbagliato.
Un’accozzaglia di colori… di capelli! Le Vibrazioni se la suonano alla grande anche se sono gli ultimi di questa serata! Sembrano i primi! Groove non indifferente il loro. Bel pezzo movimentato, carica giusta che serve, giustamente, a fare in modo che si stia incollati alla tv fino all’ultimo! E, come ho detto anche a Michelle Hunziker, last but not least! Mio Voto: 7 1/2

Nel complesso una gran bella serata e se volete rivedere i make up eccoli qua! Chissà che ci aspetta stasera?!?

A domani!