L’invasione a Radio Godot di martedì sera è stata un’esperienza adrenalinica che non ha fatto altro che unirci ancora di più. La trasmissione Buona o Bastarda di Camilla D’Angeli è stata l’occasione giusta per metterci in gioco come team… e a me sembra sia andata anche piuttosto bene!

Partiamo dal principio. Tutto è cominciato con il viaggio in macchina direzione Roma, destinazione Radio Godot: chiacchiericcio continuo, battute a quantità e risate isteriche… eh sì, in qualche modo dovevamo pur smorzarla la tensione. Perché per quanto si possa essere “donne in carriera”, tigri del Bengala o l’emancipazione fatta persona, davanti a questa nuova esperienza noi tutte ci siamo riscoperte un po’ bambine, felici ed emozionate al tempo stesso, con quella sensazione trepidante di essere sotto esame.

Già la conduttrice dovrebbe farvi capire questo nostro stato d’animo: Camilla è come quella sorella maggiore figa, a cui cerchi di assomigliare in ogni modo e a cui vorresti rubare un pezzetto del suo mondo. È solo conoscendola bene però che capisci quanto sia inutile tentare di conquistartelo copiandola o costringendola. Siete diverse ma complementari, e se tu hai il rispetto di capire questo e di non fingerti altro ma mostrarti per ciò che sei realmente, sarà lei stessa a travolgerti ed accoglierti con il suo entusiasmo e la sua energia, contagiandoti con quel trasporto reverenziale e intrigante che ha per il suo lavoro e la musica.

Il primo grazie quindi va a lei, che ha condiviso con noi questo suo aspetto, permettendoci di essere le Cenerentole della radio per una sera.

Il secondo grazie va al nostro Boss, Mara, più e più volte nominata durante la trasmissione, il nostro punto di riferimento. Una persona unica in grado (non so come) di coordinarci tutte e di fare delle nostre differenze il punto di forza centrale di questo progetto, creando così un ambiente lavorativo accogliente e dinamico. La pazienza che ha con noi è paragonabile solo a quella di una madre, e io credo sia lo stesso tipo di amore materno che le da quella grinta unica per portare avanti Yellow Girls, rendendoci una vera e propria famiglia in giallo. 

Il terzo grazie è per tutte le Yellow Girls, per aver vissuto insieme a me questa esperienza e per essere una seconda famiglia (sì, ho ripetuto famiglia, ma lasciatemelo fare!). Grazie perché ognuna di noi, nonostante le diversità, si è sentita libera di regalarsi senza remore e senza paura di esser giudicata, essendo solo se stessa.

Grazie ragazze, perché siete delle colleghe speciali, capaci di trasformarsi in amiche (di quelle eterne) e a volte addirittura in sorelle.

Per farvi due risate, io vi consiglio di riascoltare il podcast o rivedere il video della nostra intervista… vediamo chi indovina qual è il frutto urlato dal Boss!