lauryn hill rock in roma
Cosa rende una notte di Roma piena di stelle ancora più bella? Ve lo svelo io, il concerto di Lauryn Hill al Postepay Rock in Roma.

Per chi, come me, fa parte di una generazione targata anni ’80 ed ama la musica, non può non ricordare, con un sorrisone, Lauryn Hill, quella splendida ventenne, dalla pelle cioccolato e la voce sorprendente, che cantava in un video colorato e stratosferico dal titolo Doo Wop.

Mettete di incontrare questa dea della musica in una calda serata di inizio luglio, durante una delle rassegne musicali più vivaci della capitale, ed avrete la cornice dell’evento a cui ho partecipato domenica 9.

Devo essere sincera, ero rimasta molto indietro con gli aggiornamenti musicale e di vita di questa bellissima cantante. Il mio cuore era rimasto all’album capolavoro, The Miseducation of Lauryn Hill, che nel 1998 l’aveva incoronata regina della black music con 5 grammy awards e più di 18 milioni di copie vendute. Quello che non sapevo è che quello è rimasto l’unico disco, ad esclusione per un unplugged, di Miss Hill, ma poco ha a che vedere con le qualità, vocali e musicali, dell’artista nata in New Jersey 42 anni fa.

Lauryn Hill al Postepay Rock in Roma: la nostra recensione

Quasi due ore di concerto che possono essere riassunte in una breve frase: la regina è sempre la regina. Nonostante l’inizio un po’ in salita, un ritardo di quasi un’ora rispetto all’orario in programma, Lauryn Hill sa farsi perdonare e incantare l’intero parterre.

Miss Lauryn Hill è ancora la dea della black music, quell’animo incandescente, dal carattere difficile, ha ribadito perché il mondo ha bisogno di lei, perché la musica, e non solo quella di Zion, non possa fare a meno della sua voce.

Un live da lasciare davvero a bocca aperta, in cui il funk ha intracciato la propria essenza con il soul, dove rap e melodia sono diventati un’unica cosa, dove il classico si è tinto di contemporaneità. Ne è un esempio Ex-Factor, che perde la malinconia di una donna che non sa come affrontare la continua sconfitta di un amore, e diventa l’inno di tutte quelle donne moderne, stanche di situazioni che le schiacciano, che sono pronte a cambiare le proprie vite in prima persona.

La scaletta del concerto

Una scaletta molto variegata, da brani originali a meravigliose cover, da nuove versioni di brani del suo album a pezzi di quando stava nei Fugees. Un mix perfetto di note e musicalità magiche, capaci di mandare in delirio l’intera platea e far sognare ad occhi aperti noi yellow girls.

  • Intro
  • Everything Is Everything
  • Forgive Them Father
  • Ex-Factor
  • Final Hour
  • Lost Ones
  • How Many Mics (Fugees)
  • Fu-Gee-La(Fugees)
  • Ready or Not (Fugees)
  • Killing Me Softly (Fugees)
  • Your Love Is King (Sade)
  • The Sweetest Taboo (Sade)
  • Can’t Take My Eyes Off You (Frankie Valli)
  • Turn Your Lights Down Low (Bob Marley & The Wailers)
  • To Zion
  • Feeling Good (Nina Simone)
  • Doo Wop (That Thing)

Cosa non ci è piaciuto?

Inizio posticipato. Come abbiamo detto, il ritardo non è proprio facile da gestire, un’ora quasi senza sottofondo musicale, in piedi in trepida attesa dell’inizio, rischia di far calare il livello di adrenalina. Per fortuna che poi la regina ha iniziato a cantare.

Il tecnico del suono. Ci spiace per lui, ma dopo tutto il tempo del sound check e delle prove, i settaggi non sono stati impeccabili, con il basso che più di una volta arrivava sopra le voci. E questo Miss Lauryn lo sapeva e l’ha fatto vedere!

Nessun bis. Sapevamo che sarebbe stato quasi impossibile, ma fino allo spegnimento dell’ultima luce abbiamo sperato che ci dedicasse un’ultima canzone, magari una a cappella. Invece niente, è tornata sul palco con tanto di prole (4 su 5) e poi ha salutato tutti con un sorriso a portar via.

Cosa ci è piaciuto? Tutto il resto.

lauryn hill rock in roma 01
Photo credits by PitLife

Non solo Lauryn. La band è stata incredibile così come le 3 bellissime e bravissime coriste.

Una nota merita il look di Miss Hill: cuffia da granny gialla, camicia in pieno stile thanksgiving, maglia da basket con tanto di dedica alla nostra pasta (cottura in 10 minuti) e pantaloni a scacchi che starebbero male a chiunque ma che alla regina della black music non fanno che evidenziare un lato B ancora da invidia, nonostante i 5 figli avuti dal marito (Rohan Marley, figlio del celebre Bob).