la la land
LA LA LAND, quando l’amore è un’acrobazia tra sogno e realtà.

Partiamo subito dal genere. È un musical, quindi è vero che ci si aspetta che canzoncine e balletti la facciano da padroni, però, a volte, sembrano quasi una forzatura, arrivando a risultare futili ed eccessivi per chi osserva. Il mio consiglio è, comunque, di andare oltre questo elemento, e rimanere incollati alla sedia fino ai titoli di coda. 

LA LA LAND: se l’amore (degli altri) non basta

La prima parte di LA LA LAND è terreno fertile di stereotipi, citazioni e smielate ovvietà, insomma un continuo inno di “lunga vita ai sognatori“. Sicuramente molto apprezzato dai nostalgici di quei film in bianco e nero, dove il tip tap era quasi un obbligo, un uomo era disposto a farsi chilometri solo per accompagnarti alla macchina, e i valori erano differenti da quelli attuali.

Nel secondo tempo, però, quando danze e canzoni lasciano spazio alla reale storia, ci si rende conto che non è tutto così superficiale ed assurdo come si credeva. Il velo di Maya è squarciato e si perde l’idilliaco innamoramento che tanto fa vendere ai botteghini.

Forse lo scopo del film è proprio questo: farci capire che, come in amore, c’è una stagione per ogni cosa, una per sognare ad occhi aperti e un’altra per fare i conti con la realtà.

LA LA LAND ci spiega, inoltre, che in amore il problema non è tanto incontrare la persona giusta (che si può anche trovare) quanto l’essere pronti. Già, perché in fin dei conti, se non siamo risolti con noi stessi arriveremo inevitabilmente a caricare sulle spalle dell’altra persona le nostre incertezze.

Gli altri non sono scialuppe di salvataggio, sono persone esattamente come noi, piene di paure, sogni e preoccupazioni. Non amare noi stessi allontana coloro che vorrebbero far parte della nostra vita e li mette in difficoltà.

Non ci si può aspettare che siano le altre persone a farci inseguire i nostri sogni e a risolvere i nostri problemi. Se non siamo noi i primi ad essere in pace con noi stessi, non saremo mai in grado di amare e lasciarci amare. In questo modo non ci sentiremo mai soddisfatti, i nostri vuoti interni saranno sempre troppo grandi e nessuno sarà mai “abbastanza” per farci sentire completi.

Nel film si affronta anche la tematica del “fare l’errore di lasciare andare occasioni importanti”, arrivando alla salutare conclusione che arrovellarsi nel gioco masochista dei “se” e dei “ma” è totalmente inutile e autodistruttivo. Le cose succedono, che sia giusto o meno, quello che possiamo fare è farcene una ragione ed imparare dai nostri errori. 

Perché, probabilmente, l’atteggiamento più sano e maturo che dovremmo avere verso le altre persone è quello di ringraziare (senza inutili rancori) chi, percorrendo con noi un tratto di strada, ci ha regalato delle emozioni forti e ci ha insegnato di nuovo a sognare.