Ho riflettuto a lungo sulla possibilità o meno di scrivere queste righe. Sto aprendo il mio cuore a tutte voi Yellow Girls, sto per raccontarvi un pezzetto di vita privata, ma ho un enorme desiderio di parlarvi di una persona splendida che ho avuto modo di conoscere personalmente.

Giugno 2003, una serata qualunque in quella città in cui la parola d’ordine era DIVERTIMENTO.
ero nella “Londra” per studenti, quella parte di Inghilterra che sembrava a portata di tutti, anche per una ragazzina alle prese con il suo primo viaggio da sola. Davanti a me uno strano locale, uno di quelli che sembra quasi non interessare a nessun, del resto non c’era nessuna strobo, solo un paio di luci e troppa penombra per chi si vuole sballare in un sabato sera d’estate.

Per me invece il sound era perfetto: bonghi, musica tribale suonata dal vivo…

Tolgo i tacchi altissimi che indossavo e a piedi scalzi mi butto in pista perché non potevo non seguire quel ritmo magico. In un attimo tutto il mondo era sparito, fino a quando non ho deciso di andare a sedermi su un divanetto per riprender fiato, e lì, proprio davanti a me, c’erano due occhi grandi che mi osservavano in penombra e sorridevano senza dire nulla…

Dopo un po un saluto in inglese, io che rispondo in italiano e lui che quasi fa un respiro di sollievo, in un attimo ero totalmente stregata da quello sguardo e totalmente persa nei suoi discorsi, i discorsi di un quasi trentenne che era fuggito da un paese che gli stava troppo stretto.

Da lì parole dolci, parole profonde, parole che non avrei mai voluto smettere di ascoltare, parole di un uomo incredibilmente interessante.

In un attimo però la serata era giunta al termine, era quasi mattina e mi aspettava un aereo che mi avrebbe riportata a Roma. Lo saluto, mi ruba un bacio sulle labbra e dopo avergli lasciato il numero mi allontano lasciandolo in quella stessa penombra dalla quale mi aveva osservata ballare, quasi di nascosto. Da quella sera, per 7 lunghi mesi nessuna notizia… del resto lo sappiamo, nessun uomo ti richiama a meno che non sia anche lui a lasciare il numero di telefono.

La sera del 6 gennaio invece, mentre andavo nella splendida Piazza Navona per festeggiare la befana insieme ad amici, all’improvviso squilla il cellulare… prefisso +44, chi poteva chiamarmi dall’Inghilterra?

Non volevo rispondere, ero terribilmente agitata all’idea di parlare inglese davanti ai miei amici e mai avrei pensato che dopo aver sfiorato quella cornetta verde avrei sentito dire: “Ciao bambolina” !

Fabrizio mi aveva chiamata, con un po’ di mesi di ritardo è vero, ma era li dietro quella cornetta.

Da quel giorno, per mesi, non abbiamo più smesso di sentirci telefonicamente o di inviarci mail. Lui aveva prolungato il suo soggiorno in Inghilterra, quello che doveva essere un viaggio era diventato per lui un’esperienza di vita… ma sarebbe rientrato in Italia. Sì, a marzo sarebbe rientrato in Italia e io non vedevo l’ora!

Le sue mail erano sempre ricche di consigli, io gli parlavo di tutto, gli raccontavo delle mie passioni, della mia voglia di scappare dall’Italia, delle mie paure e lui era sempre pronto a sostenermi, incoraggiarmi a riflettere prima di fare delle scelte, insomma era diventato indispensabile e soprattutto sapeva sempre tirare fuori il meglio di me.

Poche cose però conoscevo di lui, la sua vita la teneva sempre molto nascosta, difficilmente si apriva, come se tra i due contassi solo io, eppure ogni giorno sentivo crescere il desiderio di rivederlo. Cosi finalmente, una sera di giugno, mi ha raggiunta nella città di Forlì, dove ero andata a trovare mia cugina, al tempo studentessa universitaria.

Rivederlo è stato incredibile, avevo l’assurdo desiderio di starmene stretta tra le sue braccia forti, e proprio quando mi ha stretta a lui ho capito che lì, in quel preciso istante, potevo sentirmi protetta dal resto del mondo.

Era incredibile pensare di sentirsi cosi bene con un “perfetto sconosciuto”, ma lui in quei mesi mi aveva dato davvero tanto anche stando lontano, e quella sera era li solo per me. Abbiamo passato una serata semplicissima… ho preparato un piatto di pasta, 4 chiacchiere e poi ce ne siamo stati in camera. Era di poche parole, mi osservava mentre ascoltavo un brano dei Gemelli Diversi e me ne stavo come una bambina a riscrivere il testo su un foglio di carta, interrompendo il cd quando dovevo scrivere (eh sì ragazze il cd, si parla di 15 anni fa 😛 ).

Iniziava a farsi tardi, cosi ci siamo abbracciati stretti stretti in un letto singolo, abbiamo trascorso la notte insieme, ed è stato splendido. La mattina però bisognava affrontare la vita reale, cosi mentre lui tornava a Senigallia io dovevo rientrare a Roma.

Da lì la vita piano piano ha fatto il suo corso, abbiamo continuato a sentirci per mesi, ci siamo rivisti un pomeriggio a Roma. Non so nemmeno io come le cose siano piano piano giunte al termine tra noi, del resto non c’era effettivamente nulla che potesse finire o andare avanti, eravamo due persone che si erano trovate in quello strano locale ed avevano condiviso per circa una anno la loro vita, per necessità l’uno dell’altro. Qualche strano gioco del destino lo aveva messo sulla mia strada, mi aveva regalato quell’uomo splendido, infinitamente dolce e per certi versi molto enigmatico. Ma è stato uno dei regali più belli che la vita mi avesse fatto.

Care Yellow Girls, vi ho appena lasciate leggere 890 parole circa che raccontano di una parte molto intima della mia vita, e solo ora mi rendo conto di non avervi detto che il “mio” Fabrizio lo conoscete tutte,  il vostro tanto amato/odiato Fabri Fibra, quello che voi conoscete come uno tra i migliori rapper italiani, quello dai testi spesso molto forti e crudi, quello che racconta del mondo marcio in cui viviamo, quello che però a me scriveva così:

“Ciao bambolina mi immagino quanto sarai abbronzata adesso
Con quel viso tutto accaldato quanto sei bella
ma come faccio a dirti di me aiuto.. io quando ci sentiamo
provo a farmi conoscere poi anche se diciamo mille stupidaggini
alla fine mi viene solo da ridere…ci si conosce solo con il tempo
Quella notte ti ho baciato in continuazione perché sei unica
(…)
Non smetterei mai di baciarti, io e te siamo due persone che
si intendono e vedrai che se una cosa nasce per caso come la nostra
può lasciarci solo belle emozioni. (…)
Sei bella bambolina mi fai girare la testa!”