bridget jones's baby
Bridget Jones è tornata. E con lei i personaggi esilaranti che ci hanno fatto sorridere, ridere e anche sperare. Il terzo capitolo della saga è proprio una “dolce attesa”…

Chiariamo subito una cosa: non siamo qui per parlare del film dell’anno, tanto meno del decennio. Con molta probabilità ha più chance di vincere un razzie award che un Oscar, ma a noi Bridget Jones piace. Questa premessa non serve alle nostre yellow girls, ma nel caso in cui altri occhi arrivassero a questo articolo, beh noi abbiamo messo subito le cose in chiaro!

Il modo migliore di vedere questa pellicola è uno: crea un gruppo su whatsapp, includi tutte le tue migliori amiche, scegliete il giorno e andate al cinema. Questo è valido anche se siete in due, questo è quello che ho fatto io. In sala, però, sembravamo cento, merito soprattutto della mia risata decisamente fragorosa.

Dopotutto mi sono sempre identificata in Bridget: la single incallita del gruppo, tendente al tondo, che riesce a farsi riconoscere in mezzo alla folla, che sa far ridere e che, nonostante tutto, insegue i propri sogni. Certo la strada per il successo non è proprio lineare, così come quella per il grande amore. Non avete idea di quanti Daniel Cleaver girino anche in provincia di Roma. Il sorriso e la speranza sono cose che nessuna delusione può togliermi.

Detto questo, parliamo del film, che sono ancora tutta gasata dalla visione!

Bridget Jones’s Baby: dove eravamo rimasti

Era il 2004, Bridget pesava 71 splendidi chili e si era appena fidanzata con l’uomo dei (nostri) sogni, Mark Darcy. Dopo dodici anni ci aspettiamo quindi una moglie, magari madre, in carriera.

Quella che troviamo è una 43enne, decisamente più magra, in carriera sì, ma single!

Nessun errore, il film riparte dell’ennesimo compleanno della nostra Bridget, sola sul divano di casa, con un classico della tristezza musicale mondiale. Ma ad un tratto, ecco che la playlist cambia e va al ritmo di “Jump Around”. Da questo istante, il tipico momento in cui Bridget decide di cambiare le cose, come era già accaduto nel primo film, la nostra beniamina prende le redini della sua vita (non proprio al volo ma a noi piace così com’è) e la storia ha inizio.

Non sveliamo tutta la storia, dovete guardare il film e raccontarci la vostra reazione, quello che possiamo dirvi è qualche chicca del film. Dal trailer avrete già capito che ci sono due prodi manzi a far da spalla alla Zellweger, l’amato Mark Darcy (Colin Firth) e la new entry made in USA Jack (Patrick Dempsey), ma fidatevi, guardarli sul grande schermo merita davvero il prezzo del biglietto.

Perché sì il cinema è un’arte, la settima arte per la precisione, ma ogni tanto è bello anche vivere un’esperienza più leggera, staccare la spina per un paio d’ore e lasciare i problemi fuori dalla sala.

Yellow Tips: cosa ci è piaciuto di più?

Bridget l’è sempre Bridget.

Bridget piace perché rappresenta un vero e proprio archetipo, figlio della società in cui noi yellow girls siamo nate e cresciute. Non importa se noi stiamo sulla trentina e lei abbia compiuto 43 anni, l’universo in cui le sue avventure/disavventure hanno luogo è lo stesso (caso umano in più, caso umano in meno) in cui noi stesse gravitiamo.

Una figura femminile autoironica, fragile ed imperfetta che non puoi fare a meno di amare. Una donna che ogni giorno lotta, alla sua maniera, contro le discriminazioni quotidiane di cui è vittima. Un personaggio che incarna quella sensazione di essere fuori luogo, che almeno una volta nella vita abbiamo provato tutte.

Emma Thompson.

Esilarante, dalla tempistica perfetta, divertente, la ginecologa che tutte noi vorremmo avere. Emma Thompson è stata sempre una grandissima attrice, ma negli ultimi dieci anni ci ha proposto personaggi davvero meravigliosi. Nel film il suo è quel ruolo ironico, dalla battuta pungente e spassosa, che ci fa ridere davvero. Chi dice che dopo i 50 le attrici senza botox non riceveranno proposte lavorative allettanti non ha conosciuto Emma.

Miranda.

Volto femminile del programma televisivo per cui Bridget è produttrice, è un uragano di simpatia, mista a bellezza, mista a boccata d’aria fresca. Se gli amici storici della nostra amata Jones sono ormai tutti accasati, con decine di figli al seguito, ci pensa lei a dare a Bridget i giusti festeggiamenti per il compleanno. Un weekend indimenticabile tra alcool, nottate di fuoco e… Patrick Dempsey.

Onestamente i tre del gruppo originale non erano mai entrati nelle mie grazie, avrei preferito un’amica come Miranda sin dalla prima pellicola, ma questo probabilmente perché sono italiana ed ho amiche proprio come lei!

Gli uomini del cast.

Last but not least, i due gnocconi del film, Colin Firth e Patrick Dempsey. Che dire, due nazionalità diverse, due stili differenti, due scuole di pensiero contrastanti, ma due bellezze che a tutte noi fanno sobbalzare dalla poltrone del cinema. C’è da dire che nonostante l’età entrambi si mantengono davvero bene. Colin ha un fascino quasi da romanzo di Jane Austen, i completi che indossa gli calzano come solo l’alta moda italiana sa fare, ed è sicuramente più sciolto rispetto ai primi due film.

D’altro canto Patrick è tutto un sorrisi e capelli, farebbe tentennare anche la più fedele anima pia del mondo, figuriamoci noi yellow girls, così single e così abituate al dottor stranamore. Per parte del film devo essere sincera l’ho preferito a Mark, soprattutto per alcuni gesti ad alto tasso romantico. Scusaci Hugh, ma a noi il manzo americano piace di più perché più vero!

Concludo con una perla del film. Se, come me, inizi ad avere un’età per cui le tue compagne di scuola sono Milf, non preoccuparti, noi siamo Zilf (in inglese Spilf, zitella I’d like to…)!

 

 

 

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