artemisia gentileschi
Artemisia Gentileschi nasce alla fine del Cinquecento e dimostra da subito le sue doti innate per la pittura. Un tragico evento segnerà per sempre il tema di tutte le sue opere che, enfatizzate dallo stile della sua pittura, la renderanno l’unica donna tra i Caravaggeschi Italiani.

Ciao Yellow Girls, un paio di giorni fa ho visto la mostra di Artemisia Gentileschi a Roma a Palazzo Braschi e ne sono rimasta colpita tanto da volervene parlare. La mia intenzione non è quella di scrivere un articolo storico/artistico, piuttosto voglio raccontarvi quello che con forza mi ha trasmesso questa grande pittrice.

Artemisia Gentileschi: l’unica donna tra i Caravaggeschi Italiani

Con grande imbarazzo vi confesso che non conoscevo Artemisia Gentileschi o meglio, conoscevo i suoi quadri ma li ho sempre attribuiti a tutt’altro artista! La visita è durata circa due ore ed è stata Artemisia Gentileschi / Артемизия Джентилески (1593-1653) - Autoritratto come suonatrice di liuto / Автопортрет в образе лютнистки (1615-1617)bellissima perchè è costruita in ordine cronologico e ti permette di percorrere tutti i passi di Artemisia senza far confusione.

Una donna moderna nata alla fine del Cinquecento.

Un aspetto particolare, e se vogliamo divertente, è che tende a rappresentarsi nei dipinti o in modo palese, un esempio è Autoritratto come suonatrice di liuto ( qui a destra), oppure in maniera meno evidente, costringendo lo spettatore (in questo caso me) nel gioco della ricerca dei particolari per poterla riconoscere.

Per capire i quadri di un artista bisogna conoscere la sua storia, per poter comprendere tutto ciò che si nasconde dietro le “pennellate”.

Gran parte delle opere di Artemisia parlano di lei e da ogni angolo della tela, anche il più buio, trasudano tutte le emozioni e tutti i tormenti subiti dall’artista. Un evento fondamentale segnò i suoi quadri:  Artemisia Gentileschi subì una violenza da parte del pittore Tassi, da cui lei era a bottega per imparare le arti della prospettiva. Tassi le promise che per riparare al torto subito l’avrebbe sposata ma questo non avvenne e la Gentileschi denunciò l’accaduto, dando inizio ad un lungo periodo di processi e torture da cui ne uscì vittoriosa.

Giuditta decapita-Oloferne-Artemisia-GentileschiDa questo momento in poi in ogni quadro traspare tutta la sua sofferenza e tutta la sua battaglia. Un esempio lampante è Giuditta decapita Oloferne (qui a sinistra), che viene riprodotto più e più volte proprio a voler sottolineare che lei ce l’ha fatta ed ha sconfitto il suo carnefice. Un particolare niente male, riprendendo il discorso dei suoi autoritratti, è che in una versione del quadro sono riportati gli esatti personaggi dei fatti: Giuditta è Artemisia e Oloferne è Tassi!

Volete sapere qual è il quadro? Esattamente quello in cui Giuditta/Artemisia è vestita di azzurro!

Artemisia Gentileschi è una donna che ha saputo trasformarsi e che ha avuto la forza di reagire in un’epoca in cui alle donne non era permesso, vincendo la sua battaglia e continuando a sostenerla attraverso i suoi quadri.