Ieri sembrava un giorno come tanti, tutto procedeva come se nulla dovesse turbare la quiete intorno a me. Definito blue monday a.k.a. “il giorno più triste dell’anno”; un lunedì qualunque in cui nessuno mai avrebbe immaginato che tale appellativo si sarebbe rivelato tanto azzeccato. Il 15 Gennaio 2018 abbiamo dovuto dire addio a una delle voci più particolari degli anni ’90, una donna che ha fatto sognare e cantare milioni di persone, riuscendo a lasciare il segno della propria presenza nella vita di ognuno di noi. Scompare a Londra (dove si trovava per registrare alcune tracce per un nuovo disco), un mito vero, Dolores O’Riordan cantante del gruppo dei The Cranberries e icona del rock alternativo.
Dopo aver realizzato un album con la raccolta dei loro maggiori successi nel maggio 2017, i Cranberries avevano dovuto rinunciare al loro tour europeo a causa di alcuni problemi di salute riguardanti proprio Dolores, che aveva cantato ad un evento privato proprio qualche giorno fa ed era felice di rientrare nella sua amata Irlanda.
Dolores O’Riordan e i Cranberries
Voglio ricordare brevemente i primi successi dei Cranberries, il primo fra tutti il brano del 1993 Linger che li ha resi famosi raggiungendo le top 10 americane e irlandesi e a cui poi ha fatto seguito il successo mondiale Zombie, tratto dal loro primo album edito nel 1994 No need to argue, che ha venduto 17 milioni di copie nel mondo.
I Cranberries si sono sciolti nel 2003 perché i membri volevano dedicarsi alle rispettive carriere: come solista Dolores ha pubblicato 2 album Are you listening? del 2007 e No Baggage del 2009.
Dolores veniva da un passato segnato dai molti episodi traumatici, che avevano lasciato cicatrici difficili da far guarire: un’infanzia caratterizzata da violenze sessuali, sfociata in anoressia, passando per il divorzio col marito e, non ultima, la diagnosi di un disturbo bipolare (con tanto di aggressione ad una hostess di volo).
Una sensibilità profonda, che era solo una parte di questa anima inquieta, di una donna che forse ci è stata “portata via” per la fragilità da cui la forza derivava (citando un’intervista alla BBC del 2013), dai suoi figli in cui vedeva profeticamente realizzare la sua Salvation (salvezza), titolo di una delle canzoni cantate coi Cranberries.
Solo pochi mesi fa venivamo sconvolti dalla notizia del suicidio del cantante dei Linking Park, Chester Bennington, adesso scompare un altro pezzo di storia della musica, che ha caratterizzato la mia adolescenza come quella di milioni di persone.
Non sono queste notizie che ci lasciano indifferenti. Io ho pianto quando ho letto l’accaduto sul web e posso dire che I Cranberries come pure i già citati Linking Park, saranno sempre parte fondamentale dei momenti più belli della mia vita.