È il 6 settembre quando dentro la buca delle lettere, trova un invito per una rimpatriata delle superiori: proprio dal mondo dalla quale era fuggita.
Deciderà di andarci, sperando di potersi prendere qualche rivincita, con mille paure e mille insicurezze.
Incontrare nuovamente Luca, poi, la rendeva nervosa e senza speranza.
Un racconto d’amore, di sensazione ma anche di consapevolezza che, a volte, gli anni che passano servono proprio a maturare e crescere.
Sono alla stazione aspettando il treno per Torino. Ho passato tutta la settimana tentando di farmi il più bella possibile e cercando di costruire una storia che non mi facesse sembrare ridicola.
Sì, perché la mia vita è decisamente scontata e banale: sono una semplice impiegata in un piccolo ufficio, sono una single recidiva e convivo con due gatti (è più il tempo che passano a casa del mio vicino che non da me).
Le mie ex compagne di classe saranno sicuramente sposate con 25 figli, ricche, belle, con un marito come Ken e con un conto in banca che non va mai in rosso. Po avrei rivisto Luca: il mio dannatissimo amore della vita.
Io e Luca eravamo stati insieme per tutti i cinque anni delle superiori; stessa classe, stessa vita e, a quanto credevo, innamoratissimi.
I progetti per il dopo diploma sarebbero stati rosa e meravigliosi: noi due a Londra per vivere, lavorare ma soprattutto per costruire quella vita e quella famiglia che tanto desideravamo.
Le cose erano andate decisamente in maniera contraria: prima dell’esame orale per il diploma avevo scoperto che Luca si era innamorato (da mesi oramai) di Sandra, una nostra compagna di classe e che a Londra ci sarebbe andato proprio con lei.
Il mio esame orale fu un disastro completo e questo aveva inciso decisamente sul voto finale e sulla mia psiche.
E mentre Luca partiva per Londra con Sandra, io partivo per Bologna. Tutti i pettegolezzi e le prese in giro erano state devastanti.
In un primo momento, appena ricevuto l’invito per la festa della ex classe, avevo buttato quel pezzo di carta maledetto; solo dopo due giorni, pensandoci attentamente, avevo rovistato nella spazzatura per recuperarlo.
Avrei dovuto affrontare le mie paure -che avevano nome e cognome – e i miei fallimenti.
Alle 16 in punto arrivo alla Stazione di Torino Porta Nuova e raggiungo a piedi il mio Hotel: dopo una doccia, cerco di vestirmi e truccarmi in maniera impeccabile. Devo rendermi conto che non è importante il vestito impeccabile ma il mio stato d’animo che di impeccabile non ha proprio nulla.
Alle 19 in punto il taxi è sotto l’Hotel ad aspettarmi: un cenno di sorriso da parte dell’autista e via, verso la festa. Mi sto chiedendo se il rumore del mio cuore che batte all’impazzata riesca a sentirlo anche lui. Non riuscendo a scendere dal taxi, il simpatico autista mi guarda e mi dice:
“Signora, vada tranquilla. Qualsiasi sia il problema si ricordi che lei è molto bella e sono sicuro ce la possa fare!”
Gli ho sorriso e pagato.
Era arrivato il momento.
Una volta entrata nella sala e posato il cappotto, un’urlante e decisamente appesantita Anna, corre verso di me:
“Stella, Stella! Sei tu? Cavolo per te gli anni non sono proprio passati. Come stai? Ti sei ripresa spero da quel disastro con Luca vero? No, anche perchè stasera lo vedrai!”
“Ciao Anna, ti ho riconosciuto a malapena sinceramente. ì, certo che mi sono ripresa. Figurati solo se penso ancora a quello che è successo dopo tutti questi anni! Ma dimmi di te?”
“Io? Solito cara mia vecchia amica. Mi sono sposata con Mimmo, quello della 5a C, ricordi? Abbiamo avuto un bambino ed io non lavoro. Come faccio? Dai vieni vieni, sono tutti curiosi di rivederti!”
Appena entrata in sala ho dato un’occhiata veloce: erano quasi tutti lì, che ridevano e scherzavano come se gli anni non fossero mai passati.
Voglio solo scappare, ma a quanto pare non mi è possibile.
Come ogni persona adulta e consapevole, ho cominciato a bere vino bianco, sicurissima che la serata sarebbe così diventata più sopportabile e che le conversazioni sarebbero state meno ridicole:
Veronica: “ Stella, quanto tempo! Sei proprio carina. L’aria di Bologna ti fa bene. Sei una dentista e sei separata, vero?
Io: “Veronica, tu non sei cambiata per nulla a quanto sembra. No, ti hanno riferito male! Sono impiegata e non sono affatto separata”
Cecilia: “Veronica sei sempre la solita sbadata. Scusala Stella! Tu e Luca siete gli unici ad essere andati via da Torino, quindi cerchiamo di avere notizie!”
Io: “Diciamo che non vi fate mai gli affari vostri come ai vecchi tempi”
Appena riuscita a divincolarmi dalle due arpie pettegole, un antipatico Lele viene verso di me con la storica fidanzata, ora moglie, Magda.
Lele: “Stella carissima! Siamo felici tu sia qui. Eravamo convinti non saresti venuta… sai Luca…”
Io: “Sono passati milioni di anni, Lele per favore! Comunque sono contenta di vedere che tu e Magda siete ancora sposati; vi avrei dato al massimo due anni e poi il divorzio”
Magda: “Stella, non siamo tutti facilmente sostituibili come te”
Un mezzo sorriso ed ho raggiunto nuovamente il bar: un altro bicchiere di vino bianco era quello di cui avevo bisogno. Appoggiata al bancone del bar, mi guardo intorno ed è proprio in quel momento che all’entrata vedo Luca.
Il mio cuore è in gola, lo stomaco è al posto del fegato ed il cervello è in un frullatore.
Cerco di non farmi vedere, mi guardo intorno come fa un bambino di tre anni quando combina un guaio. Dopo un minuto, una voce dietro le mie spalle:
Luca: “Ti avrei riconosciuta fra mille”
Respiro, mi giro e con aria assolutamente sorpresa: “Luca! Sei tu? Quanto tempo. Non pensavo saresti venuto stasera”
Luca: “Sì, certo. Un evento raro ed una scusa per tornare alla nostra vecchia Torino. Ma dimmi di te? So che sei una bellissima dentista di Bologna”
Io: “No, in realtà sono impiegata a Bologna. Nessuna dentista”
Luca: “Ma sul bellissima non ho sbagliato”
Io: “Dimmi di te, Luca. Ancora a Londra?”
Luca: “Sì sì, sempre a Londra e sempre impiegato finanziario. Mi hanno dato una promozione importante quest’anno. Per il resto sono divorziato ed ho un bambino di nove anni”
Io: “Un bambino? Sono contenta per te. Sul divorziato, mi dispiace”
Luca: “Sandra è andata a letto con il mio collega per anni. Come vedi le cattiverie tornano sempre indietro”.
È troppo bello per essere vero. Luca è qui davanti a me, è divorziato e mi guarda come tanti tanti anni fa.
To be continued…