Oggi volevo farvi conoscere uno di quelli che definirei yellow boy, senza troppi ma e troppi se. Colori mediterranei, sguardo sicuro sotto un paio di occhiali da vista molto sexy, voce maschia (almeno per chi ha la fortuna di poterci parlare), fascino da 35enne e tanto carisma. Tutti questi sono gli ingredienti che si fondono in Alessandro Severino, il nostro chef a domicilio del giorno!
Come è avvenuto per la maggior parte dei suoi follower, ho scoperto Alessandro ed il suo talento in cucina grazie al suo account Instagram. Ricordo la prima immagine suggerita dal buon social, ero rimasta così piacevolmente colpita (anche il mio appetito verace concordava), che ho iniziato a mettere like a manetta, scrivendogli persino una inbox per complimentarmi.
Da quel momento ne sono passate di foto e di mesi, ma non ho mai smetto di credere nel suo sogno e nel suo progetto, specialmente per quell’anima che c’è dietro il grembiule e il bancone di una cucina.
Non vi voglio svelare tutto subito, vi tocca leggere l’intervista in giallo!
Chi è Alessandro Severino, lo yellow boy dietro dietro il grembiule da chef a domicilio?
Alessandro Severino: Alessandro, 35 anni, da Milano, con una grande passione per la cucina. Sono nato da genitori del sud, quindi potete immaginare come i profumi, gli odori e i sapori della cucina italiana siano non solo un ricordo ma anche una cosa sempre presente. Mi piace cucinare per me, per chi amo, per gli amici ed ora anche per le persone che non conosco. Entrare dentro le case degli altri è buon modo per far conoscere me e le cose che mi piace fare, in un’Italia dove è difficile avere un’attività che possa durare nel tempo. Diciamo che questa mia piccola attività è probabilmente un modo semplice ma efficace di proporsi e realizzare un po’ di più quel sogno.
Yellow Girls: Quando è nata la passione per la cucina?
A.S.:Credo sia sbocciata molto presto. Da piccolo ho sempre aiutato o comunque guardato con ammirazione quello che facevano mia mamma e mia nonna (sicialiana DOC). Possiamo definirlo una sorta di imprinting, che mi è rimasto sulla pelle. Avrei voluto anche fare l’alberghiero, ma spesso le strade sono un po’ più tortuose e quindi è rimasto solo un sogno nel cassetto.
Stare da tanti anni fuori casa ha tirato fuori l’esigenza di arrangiarmi un po’, soprattutto dietro ai fornelli. Diciamo, poi, che nell’ultimo periodo, guardando i programmi televisivi, andando a mangiare fuori, avevo sempre più la voglia di riprodurre quello che vedevo (assaggiavo) e di riprovare a farlo a casa. Prima con il corso di cucina e poi con il corso di somministrazione alimentare (fatto dalla Camera di Commercio), la cucina, da semplice passione, ha iniziato a diventare qualcosa di più.
Y.G.: Un sogno che piano piano stai realizzando. Parlaci un po’ del cuoco a domicilio. Quando è stato il momento in cui hai capito che era arrivata l’ora di buttarti e rischiare un po’ di più per quest’avventura?
A.S.: Beh, semplicemente perché facendo da mangiare per la compagna, gli amici, qualcuno mi diceva sempre “Ma perché non ti butti a Masterchef”. Io sono sempre stato molto scettico in quelle cose, però sai, il pensiero rimane sempre, da lì piano piano ho cercato di affinare le mie capacità, ho visto che veniva fuori qualcosa di carino, almeno dal mio punto di vista. Poi iniziando con Instagram, ad esempio, notato che c’era un certo livello di piacere nel seguirmi e commentare.
Poi, piano piano, più passava il tempo vedevo che c’erano dei miglioramenti. Da lì è venuta in mente l’idea di avere un’attività, ma come ti dicevo prima, oggi, avere un’attività seria, come può essere la ristorazione, comporta dei doveri non tanto verso il cliente, che è scontato, verso lo stato e tutti i debiti che ci possono essere dietro. Per questo l’idea di farlo a domicilio poteva essere un modo semplice ed abbordabile, al di là dei costi e dei rischi che ci possono essere dietro, per seguire la mia strada e soddisfare quello che amo fare. Adesso sto notando che la richiesta sta aumentando, la gente, oltre che chiedermi informazioni, continua a volermi a casa loro… qualcosa si sta muovendo!
Y.G.: Se dovessi fare una cena per noi ragazze yellow quali sono i piatti che sfodereresti per conquistarci, ovviamente in senso amichevole sia chiaro.
A.S.: Beh sarebbe piacevole farvi assaggiare tante piccole cose. Con questo non voglio dire porzioni minimal! (In questo momento si sente in sottofondo un “meowww” ndyg). Quando mi trovo davanti persone che non conosco, dal punto di vista gastronomico diventa una sfida molto piacevole dover soddisfare.
Proprio per i diversi palati, vorrei farvi assaggiare delle cosine sfiziose, magari partendo da una capasanta scottata su una crema di basilico, piselli e pepe rosa, poi magari una tartare di gambero viola, con una vellutata di zucca, una tagliatella fresca con cubetti di avocado pancetta… c’è l’imbarazzo della scelta. Come un calamaro ripieno alla siciliana con dei medaglioni, una purea di cavolo viola e patate, per poi finire con un semplice tiramisù al barattolo, una crema catalana, un flan di cioccolato dal cuore morbido con panna e frutti di bosco.
Dovreste provare il mio filetto di scottona ripassato in forno 50 gradi, ha il cuore che si scioglie in bocca accompagnato con una patata a fisarmonica farcita con del lardo di colonnata, ti giuro è divino.
Y.G.: Fame a parte, mentre elencavi queste delizie per il palato, che pero di poter assaggiare un giorno insieme alle altre Yellow Girls, ho notato ti i nomi di questi piatti, alcuni dei quali sono davvero fantastici. Sono tutti farina del tuo sacco, cioè hai anche lo spirito da copywriter?
Sì ti assicuro che è tutta inventiva, certo ogni tanto ci metto qualche minuto prima di trovare il nome adatto, però mi piace darli un po’ di spirito anche perché fondamentalmente quello che poi mangi non deve essere solamente una cosa che ti riempie solo lo stomaco, ma deve essere qualcosa che leggi e con le tre-quattro parole che affianco al piatto capisci subito di cosa di tratta. Puoi capire quanto tratto con rispetto il cibo, che è una cosa importante non solo per la nutrizione in sé ma anche per un sorriso. Oggi siamo troppo presi bene da cosa super stilose e super serie, io preferisco dare un po’ di simpatia a quello che propongo.
Y.G: 3 ingredienti must per le tue creazioni, o meglio, tre ingredienti che non potrebbero mai mancare all’interno di una cucina. Ti faccio un esempio, a casa mia non potrebbe mai mancare lo zenzero, sia nelle preparazioni dolci che salate…
Sicuramente il primo è l’olio, anche perché, oltre a creare la base per tantissime cose, dal semplice soffritto o a crudo a fine del piatto, è quello che più mi ricorda l’Italia. L’lio pugliese tra i migliori o quello toscano che è molto intenso, per me questo è il primo ingrediente assoluto che non può mancare in quello che faccio io e in quello che fanno tutti i cuochi.
Il secondo è il peperoncino. Anche se non lo uso spesso, mi piace utilizzarlo per valorizzare alcune pietanze perché, oltre a dare un sapore contraddistinto, lo doso in modo che valorizzi alcuni sapori. Cosa che a volta il sale non fa.
Il terzo per me è la farina, nel senso più generico. Per esempio a me piace la pizza in casa e la preparo spesso, e quando non c’è farina, impazzisco perché non posso creare. Consideriamolo poi anche un ingrediente tra virgolette sensuale, perché sporcarsi le mani con la farina è molto simbolico, non credi?!
Y.G.: Benissimo abbiamo quasi finito. Quando non sei tra i fornelli o al lavoro, dove ti possiamo trovare, quali sono le altre passioni della tua vita oltre la cucina. Dalla foto che vedo su Facebook c’è anche un po’ di musica, un po’ di rock, oppure ho toppato clamorosamente e tutto essere…
A.S.: Ti rispondo subito con la musica Sì, la foto, oltre a stuzzicare un po’ più di interesse, rappresenta una delle cose belle della mia vita, la musica appunto. Non posso dire che sono un musicista, ma mi piace immaginarmi un po’ rocker, un po’ grezzo, un po’ tagliente a fornelli, anche perché non sono così impostato. Al di là del discorso puramente tecnico, non sono standard perché mi piace interagire un po’ di più con quello che preparo, con le cose che mi stanno attorno e con chi mi sta attorno. E poi siamo onesti… un po’ di musica in cucina non guasta mai!
Un’altra cosa che mi piace tantissimo è camminare, da solo e a lungo. Dopo la cucina, camminare mi rilassa un sacco. Giro anche semplicemente per il mio paese, per conto mio, a passo svelto, è una di quelle cose che libera un po’ la testa dai pensieri e dallo stress quotidiano. Un po’ come il cantante dei Verve che camminava per strada un po’ scostante. Una cosa del genere.
Y.G.: Adesso dopo questa meravigliosa intervista, le nostre yellow girls saranno interessate a sapere come possono contattarti, come possono avere un cuoco a domicilio. Qual è l’iter che le nostre ragazze in giallo, soprattutto quelle che vivono in Lombardia, possono seguire per contattarti?
A.S.: È molto semplice, al di là che esisto sui social semplicemente cercandomi su Instagram con nome e cognome, Alessandro Severino, sulla mia pagina Facebook mi trovano come Alessandro Severino Cuoco a domicilio, oppure mi possono scrivere una bella email a seale760@gmail.com!
Non ci resta allora che assaggiare noi stesse queste meraviglie… e per chi non sa aspettare, chiamate il nostro Chef a Domicilio!