presa della bastiglia
Vive la France! Ebbene sì, per noi che il 14 luglio non l’abbiamo studiato sui libri di storia bensì seguendo la saga infinita di Lady Oscar, nella speranza che concludesse qualcosa con André, la presa della Bastiglia è piena di significato.

Per me che di Lady Oscar ne ho fatto una filosofia di vita, consapevole di doverle parte del mio animo da camionista, la presa della Bastiglia ha un valore in più. No, il valore di cui parlo non è il sospiro di sollievo nel dire “Finalmente ho visto il finale di un cartone!”. Quello che intendo è il sentimento di unione e di interesse comune che nella società moderna manca. Certo, ci sarà chi mi farà presente che “Non è che sia poi andata a fine tanto bene la Rivoluzione francese…!”, però almeno c’era ancora l’illusione di poter valere qualcosa, di essere in connessione con un’idea più grande (no, connessione non vuol dire avere una migliaio di follower su Instragram).

La presa della Bastiglia: un sentimento di unione e interesse comune

Quello su cui mi trovo a riflettere, pensando a questa data, è: c’è ancora la voglia di sporcarsi le mani per far qualcosa che tutti desideriamo, per un “bene comune”, senza girarsi dall’altra parte o interessarsi solo del proprio orticello?

In un momento storico in cui “cambiare le cose” sembra utopia, credo sia importante ritrovare una coscienza comune, che ci salvi da questo isolamento social-mediatico da cui siamo bombardati.

Ci definiscono generazione X, Y o Z, tentando di darci un’etichetta, e poi (parafrasando le parole de Lo Stato Sociale) ci lasciano in mano un mondo che va a rotoli, facendo a gara per darci la colpa. Pensiamo al modo in cui ci facciamo guidare da questi giudizi,  assecondandoli. Quando, invece di sentirci comunità, non facciamo altro che disinteressarci di tutto ciò che ci circonda, costruendo muri e trovandoci persi all’interno di una società in cui è più facile condividere un letto che non un’idea.

Perché far diventare questo giorno uno spunto?

Non è necessario andare sotto palazzo Chigi a far la rivolta (anche se non sarebbe per niente male vedere le loro facce se ciò accadesse davvero), né scandalizzarsi davanti al TG per cambiare le cose. Cominciamo a crearcelo noi quel mondo che ci piace tanto: scambiamo più parole e meno messaggi, creiamo legami intorno a noi, riscopriamo quali sono le cose in cui crediamo davvero.

Libertà, uguaglianza e fratellanza.

Ecco, forse oggi, dovremmo riflettere proprio su queste parole, troppe volte utilizzate in maniera vuota. Oggi di libertà ne abusiamo, arrivando a negarla o negarcela da soli; di uguaglianza non vogliamo proprio sentirne parlare, anzi, siamo convinti che equivalga al comprare gli stessi vestiti o girare con gli stessi tagli di capelli; di fratellanza invece siamo completamente ignoranti, pensiamo equivalga a sgomitare con il nostro compagno di bevute e poi quando si tratta di essere “fraterni” con chi è più distante dalle nostre idee o culture siamo prontissimi a puntargli il dito contro o tirar fuori stereotipi banali.

Per festeggiare al meglio questa ricorrenza provate a mettervi un minimo in discussione, prendetevi la libertà di dire a qualcuno cosa pensate veramente o di fare una domanda riguardo qualcosa che non avete capito o non vi sta bene; siate uguali nel non giudicare gli altri bensì mostrandovi anche per le vostre debolezze; dimostrate comprensione anche con chi sopportate meno e provate, almeno per oggi, a distribuire sorrisi a destra e manca!