giornata mondiale contro la violenza sulle donne
Maria è una ragazza come tante. Ha sogni, ambizioni, amici che le vogliono bene e una famiglia che la adora. Poi arriva l’amore, quel ragazzo con cui pensa di poter fare progetti di vita insieme, creare una famiglia e sentirsi completa. Ma è solo l’inizio di un incubo che dura 4 anni.

Qualche giorno fa ci è arrivata un’inbox. Avevamo diverse richieste di collaborazione così l’ho messa istintivamente tra le letture pending, da controllare in un momento più tranquillo. Non era una proposta come yellow editor, bensì il racconto di una yellow girl. Userò un nome di fantasia, Maria, un po’ per privacy un po’ perché, in fin dei conti, potrebbe esserci realmente una Maria, in qualche parte d’Italia, che sta vivendo una situazione del genere e allora voglio che legga queste parole.

Facciamo un piccolo passo indietro. Oggi è la giornata mondiale contro la violenza sulle donne, in cui vengono ricordate le troppe donne che subiscono violenza da parte di chi dice di amarle. Ogni giorno, donne come noi sono vittime di violenze di ogni genere, sessuale, psicologica, fisica, ed ogni giorno ognuna di loro cerca, come può, di sopravvivere.

Anche noi Yellow Girls abbiamo deciso di dire la nostra, di dire no al mutismo e al silenzio intorno un argomento come questo e fare qualcosa. Abbiamo deciso di farlo alla maniera che più ci viene naturale, scrivendo. In una giornata come questa abbiamo scelto di farvi leggere la testimonianza di Maria, perché è una delle fortunate che sono riuscite a riprendere la loro vita in mano ed hanno ricominciato a vivere. Maria è una combattente, una “sopravvissuta” che ha aperto gli occhi prima che fosse troppo tardi ed è ripartita da se stessa.

«Tutto è iniziato quattro anni fa. Credevo di aver trovato l’amore della mia vita, la persona con cui condividere il mio futuro, con cui creare una famiglia, ed invece non avevo capito che quello era solo l’inizio del mio incubo.

Un incubo fatto di scenate di gelosia folli, di botte, di insulti, di limitazioni e divieti continui. Un incubo senza fine che mi ha portato anche a pensare di farla finita. Ad un certo punto, quando sai di aver toccato il fondo, ho avuto il coraggio di aprire gli occhi. Mi sono finalmente resa conto che non ero io quella ad essere in torto, a sbagliare continuamente come lui cercava di farmi credere; io non avevo fatto nulla, ero solo una vittima alle prese con un essere malato che per sentirsi realizzato e forte aveva il bisogno di annullare me.

Molti penseranno che io stia esagerando, che non posso aver subito e sopportato certe cose, e che se l’ho fatto sono stata una stupida. Situazioni del genere non possono essere comprese se non sono vissute direttamente. E se ho deciso di parlare oggi è per far comprendere a tutte coloro che guardano il tg e pensano “a me non succederà mai una cosa simile, io lo manderei subito a quel paese” che non è così. Io dicevo le stesse cose, avevo sempre vista come una cosa totalmente lontana da me eppure è successo, ed ora mi ritrovo con cicatrici sul corpo e nell’anima che mai nessuno riuscirà a cancellare.

Per cui, una volta lette le mie parole, pensate alla persona che avete al vostro fianco e se riconoscete anche solo un piccolo dettaglio che vi ricorda il vostro partner, per favore scappate lontane e non voltatevi mai, perché certi esseri non meritano nulla, mentre Voi, anzi Noi, meritiamo solo di sorridere ed essere felici. Questo è l’estratto di una lettera che gli scrissi quando stavamo insieme per fargli capire come mi faceva sentire. Per favore non compatitemi né provate pietà per me, voglio solo che voi siate più forti e riusciate a scappare via in tempo.

“Da quando ti ho conosciuto io non ho più una vita, io non ho più un’amica, mi hai creato il vuoto intorno, ho solo te e la mia famiglia. Io non ho il diritto di parlare, di scherzare con nessuno perché, se lo faccio, significa che c’è qualcosa dietro. Non ho il diritto nemmeno di salutare le persone, anzi ormai ho la fobia di salutare gli altri, perché non so mai come reagirai dopo.

Hai ragione che sono cambiata. Sono diventata più insicura, ansiosa, triste. Un tempo mi piaceva uscire anche solo per fare una passeggiata a piedi o per andare al centro commerciale, ci andavo anche da sola se mi andava. Ora invece ho l’ansia anche solo di uscire dal cancello di casa, e tutto questo per colpa delle tue manie persecutorie, le tue paranoie. Non è giusto che io pure in casa mia mi senta prigioniera e sotto processo, non è giusto che io debba stare sempre col telefono attaccato alla faccia perché altrimenti potresti pensare male, perché se non rispondo subito dovrò subire un vero interrogatorio, con tanto di parolacce ed insulti.

Mi hai annullato la vita, mi hai vietato anche di respirare autonomamente. Da quando siamo insieme io ho annullato me stessa in tutto pur di venirti incontro, non farti preoccupare ed evitare di litigare: non parlo più con nessuno, ti do accesso a tutto ciò che mi riguarda, non posso tenere in mano il telefono che pensi male e a volte me lo sequestri.

Non è giusto che tu tratti così la persona che dici di amare, amare significa volere il bene dell’altra parte, supportarla nelle sue scelte, discutere se serve e confrontarsi, non annullarla per il proprio tornaconto, questo non è amore è ossessione, è voglia di possedere l’altro. Tu non mi stai amando in questo modo, tu stai solo cercando di creare una marionetta che faccia sempre e solo ciò che vuoi tu e che non si opponga a nulla di ciò che dici perché altrimenti significa che non mi interessa nulla di te e quindi devo essere punita.

Non è così. Se io la penso diversamente da te non significa che non mi interessi o che me ne frego, significa solo che anche io ho una mia personalità, anche io ho delle esigenze e che non posso metterle da parte a vita per compiacerti. Sono anni che metto da parte me stessa per anteporre i tuoi bisogni e compiacere le tue idee, e per questo do la colpa solo a me stessa, non a te, perché non avrei dovuto assecondare le tue manie e paranoie, avrei dovuto ribellarmi fin dall’inizio perché sapevo di essere nel giusto e di non aver fatto nulla di male.

Ho sempre abbassato la testa per paura di perderti e per paura che litigassimo, ma ho sbagliato a fare così perché ecco ora come mi ritrovo: sola, senza nulla, impaurita da tutto, senza voglia di vivere, annullata nella mia persona, e con te che invece di amarmi come speravo ancora continui ad accusarmi, insultarmi, mettermi le mani addosso senza farti alcun problema. Per cui cosa ho risolto dandotele tutte vinte? Nulla, ho solo annullato e perso me stessa.

In questi giorni in cui non ci sentiamo non faccio altro che pensarti, sperare di vederti, sentirti dire scusa e che non riesci a stare senza di me, ed anche se so che non accadrà mai non riesco nemmeno ad odiarti, piango solo perché ripenso a tutto, a come mi sono ridotta in questi anni per non perderti. Ti giuro in tutto questo tempo l’unica cosa che ho sempre sperato, ogni singolo giorno, è che tu capissi cosa ero costretta a subire e come potessi sentirmi ad essere continuamente messa in croce per tutto, ed invece nulla, ho solo continuato a subire, a giustificarmi per tutto.

In questi anni ho subito davvero cose umilianti per una donna, ma in generale per ogni essere umano, e non so nemmeno io con che forza, ancora non mi capacito di come io abbia potuto subire certe cose. E il bello è che ogni volta riuscivi a far cadere la colpa su di me per come mi avevi trattato: “mi hai provocato”, “sai che mi da fastidio se te ne vai”, “sai che mi da fastidio se rispondi”.

Io non ho colpa se mi oppongo o non concordo con le tue idee, o se mi altero perché non mi ascolti, non sono te, sono un essere umano diverso da te, che ha le proprie idee e il proprio carattere, e non posso aver paura che ogni volta che mi oppongo a te o mi altero rischio di tornare a casa con il viso indolenzito o con i capelli che mi fanno male o con qualche livido addosso.

La violenza fisica la sai quale è stata, mentre la violenza psicologica è ancora più radicata e continua, giornaliera: divieti per tutto, insulti volti a denigrare la mia persona e a svilirmi, controlli continui per tutto, accuse continue anche quando dormo, frasi spiacevoli e pesanti per ogni cosa che provo a fare per me stessa.

Ancora non mi capacito di come io abbia potuto sopportare certe cose senza ribellarmi, sarà che davvero credevo di poterti cambiare e far capire che puoi fidarti di me, o sarà che credevo, anzi ero sicura, che prima o poi tutto questo sarebbe finito, che se avessi sopportato tutto prima o poi avrei ottenuto il tuo amore incondizionato e la tua fiducia e saremo stati finalmente felici.

Tu riesci a tenermi buona perché ogni tanto fai qualche gesto carino che mi rende felice, ed io ogni volta mi aggrappo disperatamente a quel qualcosa di buono che ricevo anche se so che meriterei di più, ma non mi importa di avere di più. Io mi accontenterei di avere il tuo amore ed il tuo rispetto, mi basterebbe quello per essere felice, ma non posso più aggrapparmi solo a quei momenti in cui mi dimostri che qualcosa per me provi se poi per il resto della settimana ritorni ad essere l’uomo che mi da solo contro e mi odia.

Io non voglio vivere così la mia vita né il mio amore, io voglio al mio fianco una persona che mi faccia sentire amata, che ascolti ciò che ho da dire e che mi accetti se non la penso come lui, non che mi insulti o mi dia della bugiarda, che mi supporti nelle scelte che faccio e che sia felice per me, che mi ami per quella che sono, che mi rispetti e mi dia l’amore che merito.

Ho letto tantissimi articoli di donne che hanno dovuto subire ciò che ho subito io in questi anni, e tutte, e dico tutte, alla fine dicono sempre la stessa cosa: gli uomini così non cambieranno mai, lasciateli prima che vi facciano del male vero. E sai ogni volta io cosa penso?: “No, lui non è così, ha sbagliato ma lui pur di non perdermi cambierà e capirà che se continua così rischia di perdermi, perché lui mi ama ma ha paura, prima o poi capirà che sbaglia e cambierà per me”. Io ti giustifico e difendo ogni volta dentro di me anche se so che non c’è nulla da difendere, e non riesco a lasciarti nonostante tutto lo schifo che mi hai fatto passare.

Ma sono stanca di difendere te ed annullare me stessa, tanto l’ho fatto per anni e in cambio non ho ottenuto nulla. Amare una persona non significa annullarsi, significa creare con questa un’entità nuova formata da due persone che, seppur diverse, si completano, si accettano ed amano per le cose che le diversificano, e che insieme percorrono la strada che li porterà un giorno a creare una famiglia, una vita insieme. Questo è l’amore, l’accettare le diversità di carattere dell’altro, amare l’altro anche se è diverso da noi e da ciò che pensiamo, senza limitarlo o denigrarlo per questo, ma amandolo ancora di più proprio perché con le sue differenze ci completa e rende unico il rapporto.

Ma tanto nemmeno stavolta, dopo tutto ciò che ho scritto, riuscirai a capire la mia posizione e continuerai a pensare che l’errore sono io”.

Queste sono le parole che gli scrissi ma, come immaginavo, non servirono a nulla. Gli insulti, le botte, i divieti, i tradimenti da parte sua, sono continuati per altri mesi, finché non ho deciso che la mia vita era più importante, che io ero più importante. Ora, grazie a Dio, non ho più rapporti con lui, e grazie alle persone che davvero mi amano sono tornata a sorridere e ad essere la Maria felice e con la voglia di vivere di un tempo.

Ho voluto scrivervi perché troppe ragazze che vivono qualcosa del genere credono che sia una cosa normale, che l’amore debba essere anche sofferenza. Io sono la testimonianza che certe cose possono accadere a chiunque, ma allo stesso tempo che potete uscirne più forti di prima. Sono sincera, le cicatrici che vi rimarranno addosso saranno tante e nessuno potrò mai toglierle, ma si sopravvive e si può tornare a sorridere.

Una scrittrice italiana, in un libro uscito poco tempo fa che trattava proprio il tema della violenza sulle donne, ha scritto “L’unica cosa davvero importante è ricordarsi di splendere. Anche se il mondo, a volte, te lo impedisce, tu splendi. Splendi più che puoi.” Direi che ha pienamente ragione. Noi meritiamo di splendere, sempre.

Yellow Girls

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